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I minori e internet

I minori e internet
Scritto da Venerdì 27 Aprile 2012 in Articoli Legali
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Nata negli anni ’60 in America per motivi prettamente militari, internet (nome di origine inglese formato da due parole “intere” e “net” (rete), con cui si indica un collegamento tra due reti (di computer) attraverso una gateway), si espanse velocemente in tutto il globo senza conoscere ancora battute d’arresto. Tutto ciò è risultato possibile in quanto internet possiede delle caratteristiche e delle potenzialità eccezionali non possedute dagli altri sistemi di comunicazione; infatti basandosi sulla istantaneità ed immediatezza, risulta essere interattivo, flessibile e molto adattabile. E’ egualitario, nel senso che ogni persona che abbia anche una pur minima capacità tecnica può essere presente nel cyberspazio trasmettendo il proprio messaggio, partecipando in questa maniera alla creazione di una società complicata e parallela, avulsa da limiti e culture nazionali (il c.d. villaggio globale) che viene però a cozzare con la società reale esistente nella quotidianità (c.d. villaggio locale) creando, specialmente nei giovanissimi, una realtà contraddittoria, limitata e diversa da quella virtuale. L’uso diffuso degli strumenti multimediali, ed in particolare del computer e di internet, sta modificando profondamente le modalità del pensiero. Certo si potrà controbattere dicendo che ciò è storia che si ripete essendo già accaduto con la televisione ma, rispetto alla televisione che è uno strumento monodirezionale, internet è pluridirezionale, consentendo agli utenti di poter interagire e comunicare tra di loro senza vincoli di sorta. Non c’è dubbio che la navigabilità stimola l’intelligenza euristica, consentendo all’utente di scegliere tra le molteplici sollecitazioni offerte dal mondo multimediale, permettendo un apprendimento divertente. I ragazzi imparano giocando in maniera allegra ed interattiva, totalmente coinvolti nell’apprendimento. La multimedialità ha realizzato, e continua a realizzare, una trasformazione antropologica del comportamento umano, creando nuovi stili di vita e nuove modalità di apprendimento cognitivo impensabili fino ad un decennio fa [1]. Tali trasformazioni coinvolgono in primis i giovanissimi, in quanto posseggono una capacità storica e critica ancora molto blanda. Soprattutto gli adolescenti sono animati da trascinante dinamismo esistenziale che li porta a vivere intensamente la vita con uno smodato coinvolgimento emotivo. Ed in effetti una caratteristica dell’età adolescenziale è la tendenza della ricerca di piacere hic et nunc, che si manifesta nel vivere attimo per attimo la vita e le occasioni che si presentano davanti.
Web-generation oppure net-generation sono le espressioni usate per identificare la gioventù multimediale, cresciuta non con i lego o le bambole in spazi aperti e giardini come i loro predecessori, ma con la playstation e con i computer, lasciati ore ed ore dai genitori in balia di videogiochi violenti e diseducativi dentro stanze semi-buie ed in completa solitudine. Ciò ha creato nei ragazzini una sorta di dipendenza ad internet. In effetti i giovani, e soprattutto i giovanissimi, utilizzano in modo compulsivo internet, mostrando veri e propri sintomi di astinenza quando sono costretti a stare lontano dal computer: segnali che indicano la perdita del contatto con la realtà. Da qui la nascita degli allontanamenti dagli amici e delle crisi familiari nonché di abbandoni scolastici, sintomi di stress, disturbi emozionali. In effetti un giovane su 5 fra i “tecno dipendenti” sarebbe affetto da un disturbo di personalità o da altre patologie psichiatriche [2]. Ciò accade perché diverso è il modo di concepire e percepire internet da parte di un ragazzo se confrontato con quello di un adulto. Ed in effetti mentre per gli adulti internet è un luogo dove entrare in contatto con gli oggetti, i soggetti e servizi, qualcosa di simile ad una infinita biblioteca, da cui uscirne nel momento in cui il dato cercato viene trovato, per i ragazzi la situazione è totalmente differente. Loro abitano gli spazi in internet non in maniera alternativa ma in maniera parallela al loro abitare e vivere nel mondo fisico [3], creando confusione tra quello che è il mondo reale e quello che invece è solo una trasposizione fittizia e slargata della realtà. Internet è un ambiente sconfinato dove i ragazzi possono mettere alla prova la loro seconda (ma anche terza, quarta) natura caratteriale. Basti pensare alle chat, ai blog, alle mailing-list che li catapultano in una realtà immateriale e piena di stimoli tanto da allontanarli inesorabilmente da quella reale, fossilizzandoli su una sedia ed in una stanza lontano, paradossalmente, da tutto e da tutti. Su una mente in crescita, dunque una mente molto duttile e ricettiva, un utilizzo libero e indiscriminato di internet non è di certo la soluzione educativa migliore. Famiglia, scuola ed istituzioni rientrano tra i soggetti deputati che devono essere accanto ai ragazzi durante il loro accesso e percorso in internet in maniera da farli acquisire adeguate informazioni ed un supporto, sia fisico che morale, per farli diventare utenti consapevoli e sicuri evitandogli in questo modo un attaccamento cronico allo strumento. A tutti sono noti gli aspetti negativi della rete (adescamenti, videogiochi violenti, scorrette informazioni, visione di siti pornografici, cyber-bullismo) che annientano la positività della rete stessa quale strumento per ricercare informazioni utili allo studio. Dunque, ed a maggior ragione, non si comprende perché in Europa non si sia preso in considerazione il far rientrare nella progettazione di software, e specialmente di videogiochi, gli psicologi, figura invece stimata e presa in considerazione negli Stati Uniti d’America che, per molti versi, risultano più tutelanti nei riguardi dei minori rispetto al Vecchio Continente.
Ma internet non è un polipo gigante che con i suoi tentacoli ingloba i ragazzi al suo interno se, come detto sopra, c’è qualcuno a vigilare e visionare sull’accesso e sulla navigabilità dei ragazzi, spiegandogli in maniera critica e costruttiva la portata di ciò che leggono o vedono nel web. In verità molti apprezzamenti possono essere rivolti ad un sistema di interrelazione comprensivo di un potenziale informativo e conoscitivo infinito come quello di internet. Ed effettivamente un contenitore così immenso e ricco di input, dove sussiste tutto ed il contrario di tutto, i ragazzi si trovano a avere ciò che i loro cugini più grandi non hanno avuto, e cioè la possibilità di apprendere una serie di informazioni che, grazie alla cultura globale, hanno estirpato quelli che sino a qualche decennio fa venivano considerati tabù. Oggi i ragazzi hanno una maggiore consapevolezza di alcuni fenomeni che persistono sin dalla notte dei tempi e che, vuoi per pudicizia o vuoi per ignoranza, non venivano (e spesso non vengono tutt’ora) trattati direttamente nelle comunità sociali, famiglia inclusa. Parlo non solo di un nuovo modo di trattazione di tematiche strettamente legate al sesso ma anche di comportamenti altamente riprovevoli come la pedofilia, costume praticato quasi con orgoglio dagli antichi filosofi greci e rimasto pressoché inalterato sino ai giorni nostri. I ragazzi hanno una reale percezione di questo fenomeno proprio perché, grazie a strumenti come internet, possono confrontarsi tra di loro e scambiare opinioni, consigli ed esperienze facendoli propri. Dunque internet, con l’ausilio e l’apporto di una figura adulta (non mi stancherò mai di ripeterlo), può, latu sensu, sopperire ad alcune lacune informative che possono venirsi a creare nel tessuto familiare.
E’ dunque una sorta di calderone omni comprensivo che, senza ombra di dubbio, può aiutare ad apprendere facilmente ed immediatamente una quantità incalcolabile di nozioni con un semplice click, ma va trattato come una medicina: va preso a piccole dosi per non assuefare la mente ed il corpo, soprattutto le menti ed i corpi dei ragazzi in crescita. Dovrebbe essere considerato come uno stimolo per trattare ed approfondire in famiglia e a scuola gli argomenti più svariati che la vita quotidianamente ci propone e non alla stessa stregua della televisione, e cioè un strumento davanti al quale “parcheggiare” i ragazzi, i quali, ahimè, non si ha più il tempo di crescere, anche perché è molto più pericoloso della televisione. Infatti per la televisione esistono degli organi posti a garanzia dei minori, che hanno come finalità ultima quella della tutela psico-fisica degli infanti e degli adolescenti, per internet manca quasi totalmente una disciplina organica in materia, esistendo solo un codice di autoregolamentazione (per altro lacunoso) [4] che tende solo a consigliare ai genitori come comportarsi con i figli internauti. Certo Internet non dovrebbe essere esente più di altri mezzi di comunicazione dall’osservanza di leggi che si oppongono alla diffamazione, espressione di odio, alla frode, alla pornografia infantile, ed altri tipi di illeciti ma, a differenza di quest’ultimi, può essere considerato un labirinto infinito in continua espansione ove è difficile tenere sotto controllo ciò che tra cinque minuti non ci sarà più. L’immaterialità e l’astrattezza che costituiscono alcuni connotati salienti di questa diavoleria tecnologica lo fanno sfuggire, spesso e volentieri, alla longa manu del legislatore italiano ed internazionale, i quali dovrebbero collaborare insieme al fine di disciplinare materie così delicate ma al contempo complesse.
In quest’ottica di confusione vi è la volontà dei giovani ad essere considerati come interlocutori a pieno titolo nelle materie a loro dedicate e contribuire, dunque, a costruire l’Europa, partecipando alla costruzione europea piuttosto che essere visti solo come un problema da gestire e risolvere. La realizzazione e la crescita dell’Europa può essere attuata anche grazie ad internet, e soprattutto con una legislazione che aiuti le famiglie ed i giovani all’acquisto di software, hardware e diffondendo quella che è lacultura informatica sana e garantita. Dunque nell’utilizzo di prodotti multimediali, quali video, giochi, interviste, cartoni, per suscitare interesse su argomenti che sono generalmente percepiti come distanti, dandogli la possibilità di esprimere la propria opinione e far sentire la propria voce su argomenti riguardanti il futuro dell’Unione europea. Superare dunque le disuguaglianze con una politica di apertura e di scambi verso i giovani degli altri Paesi europei, in funzione della conoscenza e della crescita dei saperi in maniera ugualitaria al fine di una fusione culturale omogenea per la compattazione e la reale integrazione europea.

SITOGRAFIA

[1] Prof. Michele Passalacqua, Docent.S.A. Agrigento. Articolo pubblicato nel febbraio 2006 sul sito
www.provveditoratoag.it
[2] Le nuove dipendenze: Internet, chat, blog. Riconoscere i segnali di allarme. www.age.it
[3] Roberto Maragliano, Docente di Tecnologie dell’Istruzione e dell’Apprendimento all’Università Roma Tre. Articolo pubblicato su Yahoo Internet: uno specchio della realtà?
[4] Il Ministero delle Comunicazioni il 18.02.2004 ha nominato il Comitato di Garanzia per l’attuazione del Codice di Autoregolamentazione Internet e Minori

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